
Artigianato è l’arte di saper fare un prodotto, ma saper fare is Cosingius è molto più che saper fare delle semplici scarpe.
Nella fattura, lavorazione e nello stile di vita di un costruttore di Cosingius permea la struttura identitaria della cultura che quel tipo di scarpa indossa nel quotidiano.
Maneggiare la pelle, cucire con lo spago, modellare le forme in modo metodico ma personalizzato sono gesti e predisposizioni che portano l’artigiano ad avere un ruolo di riferimento nella società nella quale si inserisce ed espone mostrandosi e mostrando i propri prodotti.
Nel contesto specifico dell’azienda che consideriamo come informatori e punti di riferimento ovvero “COSINGIUS” per l’appunto, ci troviamo davanti a un perfetto esempio di rifunzionalizzazione del prodotto tradizionale attraverso un’antropopoiesi proiettata nel mondo tecnologico attuale sia nella lavorazione che nella commercializzazione.
Rifunzionalizzazione perché nel mondo attuale globalizzato, i settori economici del contesto sardo, benché ancora sorretti dal comparto agropastorale, hanno subìto dei cambiamenti radicali nella tecnica e nella coscienza di sè che hanno portato quindi i lavoratori ad adattare ai tempi le abitudini prettamente tradizionali, vestiario compreso. Il prodotto odierno sarà quindi considerato tradizionale dalla società finché riesce a mantenere lo standard minimo di presenza di uso tipico, rilevabile nel materiale, nell’essere cucito a mano e soprattutto in una forma palesemente riconducibile al modello “storico”. Gli utilizzi di questo prodotto variano da quello del lavoro quotidiano agropastorale, al contesto cosiddetto folk quindi tradizionale in senso evocativo (feste e grandi feste religiose, sagre e manifestazioni identitarie) fino ad arrivare all’uso quotidiano diffuso aldilà di circostanze identitarie o comunque isolane. Gli utenti hanno età variegate e utilizzano specifici modelli in base al contesto richiesto. In questo senso le scelte artigianali si focalizzano nella lavorazione funzionalizzata al risultato, ovvero lavorazione a mano, ma attraverso i macchinari in base al risultato finale voluto che mira al suo utilizzo più ampio. Ragion per cui alcuni modelli sono risultato di lavorazioni più tradizionali e altri meno, ma con grande accortezza per un prodotto finale che si distingua in attenzione nei particolari e riguardo per un aspetto volutamente curato.

Interessante la scelta della nomenclatura dei modelli che riprende quella delle regioni storiche dell’isola dimostrando un profondo riferimento alla territorialità e alle sfaccettature della cultura isolana. Riferimento che non è emulazione fine a se stessa, ma ricerca dell’universalità culturale sarda della quale is Cosingius son emblema popolare. Una tendenza derivante sia dalla storia personale dell’artigiano in questione, ma di tutti gli artigiani di tutti i tempi che di generazione in generazione si son spostati attraverso l’isola a presentare i propri prodotti, in una reciprocità di scambi continui che hanno contribuito a tenere in equilibrio il radicamento identitario.

Della selezione dei modelli i più tradizionali sono certamente Barbagia e Sarcidano, modelli tra i più richiesti e utilizzati in contesti tradizionali tra il tempo del lavoro e il ritmo della festa. Essi incarnano tutta l’antropopoiesi più profonda dell’artigiano poichè son modelli parlanti in quanto immediatamente collocabili nell’immaginario tradizionale.
A proposito di antropopoiesi, ovvero della capacità dell’uomo-artigiano di raccontare il proprio saper fare, è di grande importanza rilevare come l’azienda sia riuscita a inserirsi con grande equilibrio nel contesto tecnologico moderno. L’utilizzo del web e dei relativi social per la vendita e la presentazione del proprio sapere pratico con lo scopo di ridurre il divario logistico è accompagnato alle tipiche dinamiche dell’artigiano sardo che lavora col passaparola, con le manifestazioni festive e con la presenza del suo laboratorio e negozio fisici.

A proposito di equilibrio, il modello Bootinus ha una connotazione davvero particolare, un gioco tanto di parole quanto di materiali, colori e forme che collocano questo tipo di artigianato in uno spazio radicato nel proprio tempo.
Questo connubio tra antico e moderno, oltre essere molto caratteristico dell’immaginario legato alla Sardegna coi suoi paesaggi tra mastodontici nuraghi e ciminiere industriali, è soprattutto tipico dell’indole sincretica dei suoi abitanti. Un popolo che, nonostante spesso possa apparire in balìa delle tempeste economico-politiche globali, cerca e riesce a far suoi i tratti più belli dei popoli coi quali viene a contatto per fisiologia geografica e per dovere istituzionale in quanto centrale nel mediterraneo occidentale. Un’isola che permette costantemente a chiunque di comprendere il significato del termine sincretismo.
A cura di Marta Serra.